lunedì 11 aprile 2011

Dies Irae

Il film che presentiamo oggi è una delle maggiori opere di Carl Theodor Dreyer, regista danese operante dagli anni '10 ai '50. È sì il quarto film sonoro del regista, ma il parlato è sfruttato con parsimonia: i silenzi sono tanti e lunghissimi, i dialoghi recitati sottovoce, proprio per amplificare le poche, ma intense, urla di dolore.


Dies Irae si sviluppa lentamente, nella Danimarca del 1600, partendo dalla fuga dell'anziana Marte Herloff, accusata di stregoneria, dalla giovanissima moglie del pastore, Anne. Anche la madre di Anne era stata tacciata di stregoneria, ma il pastore Absalon era riuscito a proteggerla: in nome dell'antica solidarietà fra le due streghe, la ragazza si convince che sia giusto nascondere la vecchia.
Alla storia di Marte è parallela la vicenda del ritorno a casa di Martin, figlio di primo letto di Absalon, che intreccerà una relazione clandestina con Anne, intensificando ancora di più l'odio della suocera, che dall'inizio disprezza la vitalità della giovane Anne.
Con la scoperta di Marte e la sua condanna a morte (una delle scene più intense del film, che ne richiama anche il titolo: il Dies Irae è il requiem che viene intonato dal coro di bambini durante il rogo), Anne comincia a prendere interesse per le arti magiche ed è qui che parte il dubbio che si trascinerà anche oltre la fine del film: è Anne una strega, oppure le “prove” di questa sarebbero soltanto delle inquietanti casualità?
È a questo che Dreyer probabilmente voleva portare: al dubbio, allo storico dubbio sull'esistenza della stregoneria, che non sarà risolto nemmeno dalla disperazione finale di Anne, che da sola si condanna al rogo, dimostrando la verità o la menzogna della sua accusa.


Una piccola curiosità: il film è annoverato tra le proiezioni a cui erano obbligati gli impiegati ne “Il secondo tragico Fantozzi”, quindi potete capire quanto pesante possa risultare il film!

Buona visione!

Nessun commento:

Posta un commento