lunedì 27 luglio 2009

Rosso Sangue



Nell'olimpo dell'horror italiano, accanto ai tre mostri sacri Bava-Argento-Fulci risiede un quarto regista, forse meno famoso rispetto ai primi tre ma che di certo non è da meno in quanto ad importanza nel genere, stiamo parlando di Joe D'Amato, all'anagrafe Aristide Massacesi. Regista che, dati alla mano, può essere considerato il più prolifico in Italia e che ha messo passione e idee in ogni suo progetto, dal porno (suo il primo film italiano) all'horror.



Forse al grande pubblico D'Amato viene in mente per tutti i film erotici ma la sua vera passione erano gli horror, anche per questo nel corso della sua carriera è riuscito a fondare una piccola casa di produzione che ha dato i natali, cinematograficamente parlando, ai primi lavori di Lamberto Bava e Michele Soavi. Purtroppo D'Amato riuscì a girare solo una manciata di horror ma con questi pochi riusci ad imporsi internazionalmente, per questo ancora oggi è riconosciuto come uno dei registi più importanti al mondo. Sicuramente i suoi horror più famosi sono Buio Omega e Antropophagus. Il film che invece vi presentiamo oggi, Rosso sangue, inizialmente doveva essere il seguito di Antropophagus anche se poi Luigi Montefiori, sceneggiatore e protagonista (per intenderci, il mitico cannibale che nel primo film si mangia prima suo figlio poi le sue stesse interiora), decise di modificare la storia e rendere la pellicola indipendente da qualsiasi altra storia.

Ma veniamo alla storia, il protagonista è Niko, un criminale che ferito in un inseguimento è costretto a sottoporsi a cure mediche in ospedale. Qui si scopre che l'uomo è una sorta di super-uomo, con una rigenerazione cellulare impressionante che lo rende praticamente invulnerabile. Ecco, qua possiamo dire che finisce la trama e inizia il massacro. Niko pur di evadere dall'ospedale e poi scappare via sperimenta ogni modo possibile per uccidere le persone. In ospedale mieterà le sue prime vittime, poi si rifugerà in una macelleria dove si sentirà a suo agio tra tanto sangue e quindi olè, altri omicidi. La parte finale del film si svolgerà in una casa dove Niko tenterà un massacro che non andrà a buon fine...



Sicuramente uno dei meriti di Joe D'Amato è quello di essere riuscito ad andare oltre i normali canoni negli omicidi. Non dei semplici assassini ma veri e propri maniaci, che uccidono senza uno scopo preciso. Siamo di fronte al primo slasher italiano, forse il più riuscito nel nostro cinema di genere, che è si fortemente debitore nei confronti di Halloween di Carpenter (violenza gratuita, super-uomo invulnerabile..) ma che sicuramente rappresenta la migliore rielaborazione del film americano. Difficilmente negli slasher si riesce a trovare così tante uccisioni spettacolari.

Un film che farà felici gli appassionati e che potrebbe far conoscere meglio Joe D'Amato a chi ancora non si è avventurato nella sua cinematografia. Un film da vedere anche solo ed unicamente per i metodi poco convenzionali di uccisione. Buona visione.



5 commenti:

  1. Una nota, in questo film Aristide Massacesi usa come pseudonimo Peter Newton e non Joe D'amato.

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  2. Bel film, ma ad un novizio consiglierei prima i capolavori Buio Omega e Antropophagus.

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  3. Senza dubbio due capolavori di Massacesi, però quei due film sono sicuramente più conosciuti e reperibili rispetto a questo. Diciamo che preferiamo proporre pellicole meno note proprio per farle conoscere, tutto qui :)

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  4. Primo Slasher?? E "Reazione a catena" di Bava?

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  5. Reazione a catena è il primo slasher della storia, non solo italiano

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